Dalla Roma dei 7 colli
alle
7 CITTÀ DI ROMA
Un nuovo inizio per la Capitale d’Italia
Roma è sempre più ingovernabile, sempre più sgovernata, sempre più simile alle informi agglomerazioni del terzo mondo, piuttosto che alle grandi città europee.

Occorre capire e, soprattutto, far capire a tutti i romani, che l’unico modo per sconfiggere questra sorta di maledizione è suddividere questo gigantesco mostro urbano in un sistema di città come è stato già fatto (da decenni) in tutte le maggiori città europee (Berlino, Parigi, Londra, Barcellona, Madrid, etc.).
D’altro canto ben pochi sanno che l’intero Comune di Milano entra 8 volte nel comune di Roma, quello di Torino 10 volte e quello di Firenze 13 volte.

Una città medio grande come Bolzano o Bergamo o Pescara entrerebbe nel Comune di Roma ben 25 volte.

Solo immaginando di suddividere Roma in città di dimensioni medio grandi si può pensare di rompere la maledizione dell’ingovernabilità di Roma e un degrado progressivo che sembra inarrestabile.
Per agire in tempi brevi occorre partire dall’attuale sistema stellare di suddivisione dei 15 Municipi di Roma e, tenendo conto delle caratteristiche morfologiche ed orografiche dell’immenso territorio di Roma, individuare dei limiti fisici chiaramente leggibili e riconoscibili.

Considerando i limiti imposti dal Tevere (a Nord e a Sud del Centro Storico), il cuneo verde del Parco dell’Appia Antica, nonché quello di Villa Doria Pamphilj prolungato lungo l’Aurelia e le porzioni di agro romano attraversate dalla pontina

…le future 7 Città di Roma sono:


Tutte le future 7 città di Roma, ad esclusione del centro storico, sono costituite da realtà più consolidate (verso il centro storico) e da realtà da consolidare (verso la periferia).
Se riuscissimo a far diventare una vera CITTÀ la parte consolidata (dotandola di attività, servizi, attrezzature superiori all’interno di una riorganizzazione complessiva del trasporto pubblico) e PAESI (equilibrati, organizzati, risistemati, ognuno con le loro piazze, le loro chiese, i loro giardini pubblici, i loro spazi di relazione) le attuali borgate semi abusive, faremo un’OPERAZIONE GIGANTESCA!
Occorre trasformare il mostro urbano di Roma in un sistema di città vivibili, ognuna dotata di una solida struttura amministrativa, sociale ed economica oltre che di una ricca dotazione di servizi: dall’Università al Tribunale, dalle attrezzature sportive a quelle culturali e di spettacolo, dalle attrezzature commerciali a quelle artigianali e ricettive.

Molte città italiane che hanno una popolazione inferiore a 100.000 abitanti sono dotate di teatri, auditorium, sale per concerti, ospedali, etc. etc.
Ridistribuendo attività e funzioni si interviene sulla causa principale delle congestione e del traffico e cioè sulla “domanda di mobilità” legata alla perversa logica, tutta romana, di concentrare le attività nel centro storico o ai suoi margini o lungo le via radiali della Città.
Una politica efficace, di lungo periodo, si deve basare sul riequilibrio, nel territorio delle 7 città di Roma, del rapporto fra abitanti, posti di lavoro e servizi così da ridurre le necessità di spostamento e la domanda di mobilità.
All’interno delle future 7 città di Roma (La più piccola 230.000 abitanti e la più grande di 800.000 abitanti) si potranno garantire governabilità e qualità della vita di gran lunga superiori a quelle dell’attuale metropoli elefantiaca e disumana.
Si tratterebbe di organizzare citta medio-grandi, con parti consolidate e aree periferiche da organizzare come agglomerati minori di 5.000-30.000 abitanti all’interno delle quali andranno individuate Unità Urbane Elementari (equivalenti agli antichi rioni, quartieri, sestieri, contrade) ciascuna dotata dei suoi luoghi centrali (Corso, Piazza, Parco pubblico).
D’altro canto, in tutte le città di Italia, esclusa Roma, si pianifica lo sviluppo della città su planimetrie in scala 1:5000 con approfondimenti in scala 1:1000 o 1:2000. A Roma, a causa dell’enorme dimensione della città, si pianifica in scala 1:25.000 e le cartografie più utilizzate sono nel rapporto 1:50.000.
Ciò significa che a Roma la pianificazione è, inevitabilmente, 10 volte meno approfondita di quella di altre città come ad esempio Milano, Torino, Firenze.
Roma è stata edificata sui 7 colli ad est del Tevere, è stata governata in successione da 7 Re, ognuno dei quali ha contribuito alla formazione della città attraverso l’introduzione di leggi e consuetudini.
L’ipotesi di una ROMA DELLE SETTE CITTÀ è certamente evocativa e stimolante ma, soprattutto, è l’unica via per dare un futuro ad una città profondamente malata, nella quale i cittadini vivono male e i rapporti fra amministratori e amministrati sono sempre più casuali ed evanescenti con una crescente perdita di credibilità delle istituzioni.
Dott. Ing. FABIO VITTORINI
(338/2039025)
Coordinatore Comitato Territoriale ITALIA VIVA – Roma 2029 già delegato alle Politiche del Territorio Circoscrizione XVI
Candidato al XII Municipio con la lista Calenda Sindaco